Abstract: The Greek novelChereas and Callirhoe by Chariton attests that in the age of the Roman Empire the ideas of jealousy and envy were clearly distinct and corresponded to two Greek words. Nevertheless, we may assume that jealousy already had an important role in the plots of dramatic plays in the Classical age, and the Greek drama was a model for the Greek novel also in the emotional description of the characters.
Keywords: Greek novel – Greek drama – jealousy – anger – envy.
Cherea e Calliroe, i protagonisti del romanzo di Caritone, sono due giovani siracusani. La ragazza, figlia del generale Ermocrate, è di una bellezza divina e in molti affluiscono in città per chiederla in sposa: figli di re e di tiranni, provenienti dalla Sicilia e da tutto il mondo greco. Ma Eros, il dio capriccioso che ama giocare con le vite degli uomini in modo imprevedibile, decide diversamente e fa innamorare Calliroe – a sua volta riamata – di Cherea. Come in diverse commedie di Menandro, i due giovani si incontrano in occasione di una festa pubblica in onore di Afrodite, a cui Calliroe prende parte per la prima volta, accompagnata dalla madre come si conviene ad una ragazza perbene: basta un incrocio accidentale di sguardi perché entrambi restino trafitti da Eros.
Cherea è un bel giovane, appartenente ad una famiglia nobile ma avversa a quella di Calliroe. Si profila così una situazione potenzialmente tragica, come quella degli shakespeariani Romeo e Giulietta. In realtà Cherea, controparte maschile della Fedra euripidea, si logora nel chiuso della sua casa, consumato da un amore impossibile che confessa solo ai propri genitori. Quando anche il popolo siracusano viene informato della situazione, intercede per il giovane innamorato presso Ermocrate, il quale cede alla volontà dell’assemblea cittadina. Finalmente, nell’entusiasmo generale i due giovani coronano il loro desiderio d’amore e si sposano.
In poche pagine il romanzo di Caritone condensa e risolve diversi spunti drammatici, tragici e comici, approdando agevolmente ad un lieto fine, in apparenza rassicurante, e la vicenda potrebbe concludersi semplicemente così. Ma, come nel matrimonio di Teti e Peleo, la gioia della festa è incrinata dalla presenza di una figura malevola: nel mito celebrato dai poeti era la deaEris, la Discordia; nel romanzo l’Invidia (1.2.1ὁ Φθόνος), che agita gli animi dei numerosi pretendenti delusi di Calliroe. Questi non si rassegnano, accantonano l’odio che nutrivano l’uno per l’altro quando tutti aspiravano alla mano della bella giovane e, tormentati da un misto di rabbia e dolore (1.2.1λύπην ἐλάμβανον μετ’ ὀργῆς), decidono di coalizzarsi contro Cherea. “Se a sposarla fosse stato uno di noi, non mi sarei adirato” (1.2.2εἰ μέν τις