: Suzanne Lyons
: Giochi cooperativi a scuola Più di 50 proposte per sviluppare la collaborazione e le abilità sociali in classe
: Edizioni Centro Studi Erickson
: 9788859043454
: 1
: CHF 2.70
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: Allgemeines, Lexika
: Italian
: 152
: Wasserzeichen
: PC/MAC/eReader/Tablet
: ePUB
I giochi cooperativi producono benefici sociopsicologici, insegnano la cooperazione, favoriscono la gentilezza e riducono i comportamenti aggressivi. Questo libro presenta in modo sintetico ma efficace le premesse teoriche alla base dell'uso dei giochi cooperativi nel campo dell'educazione, fornendo le relative linee guida operative, suggerimenti e metodi per realizzarli con bambini, bambine e adolescenti. Il volume scardina la concezione prevalentemente competitiva del gioco e promuove il gioco cooperativo come un'attività volontaria, coinvolgente ed essenziale per uno sviluppo sano, in quanto produce stati di benessere come divertimento, felicità e gioia, e insegna a collaborare e perseguire un obiettivo condiviso. Il libro è suddiviso in tre parti. La prima parte approfondisce il tema del gioco e l'importanza della cooperazione, evidenziando gli svantaggi della competizione e indicando una serie di giochi cooperativi utili a mitigarne gli effetti. La seconda parte presenta numerose attività ludiche da mettere subito in pratica in classe. L'ultima parte si sofferma sugli aspetti teorici dei giochi cooperativi: l'educazione socio-emotiva, la prevenzione all'aggressività, la pratica sensibile al trauma, l'educazione della prima infanzia. Ogni capitolo contiene una serie di domande di riflessione che hanno l'obiettivo di stimolare una partecipazione attiva, e si chiude con una proposta operativa di giochi per apprendere in modo esperienziale quanto presentato nel testo.

Ex docente di fisica e scienze, si occupa di formazione agli insegnanti, illustrazione e progettazione di giochi. Ha conseguito la laurea in fisica (Università della California, Berkeley), scienze della terra (M.A., Sacramento State University) e scienze dell'educazione (M.A., Stanford University) ed è abilitata all'insegnamento in California. È specializzata in educazione scientifica e apprendimento socio-emotivo. È autrice e coautrice di oltre 40 libri sulla didattica delle scienze. In particolare, è coautrice del testo universitario Conceptual integrated science, edito da Pearson Education, che è ora alla sua terza edizione. Per quanto riguarda il suo lavoro nei centri di apprendimento socio-emotivo sui giochi cooperativi, ha fondato il sito web e la piccola impresa Cooperative Games.com nel 2009. Nel 2015 ha autopubblicato The cooperative games bullying prevention program. Nel 2018 ha pubblicato The Baby Beluga Game, un gioco da tavolo cooperativo che ha realizzato in collaborazione con la cantante Raffi. Il Baby Beluga Game, che insegna sia contenuti tecnico-scientifici sia abilità socio-emotive, ha vinto due premi Dr. Toy e un premio Parents' Choice nel 2018. Attualmente, Suzanne tiene seminari e conferenze sui giochi cooperativi e continua a educare il pubblico attraverso il suo sito web CooperativeGames.com.

Introduzione


E se ci fosse un dessert, diciamo un gusto di gelato, che non solo ha un sapore delizioso ma ti rende anche più gentile, più saggio, più produttivo e più felice? Immagina che questo gelato sia salutare anche per ogni altro aspetto, quindi più ne mangi, meglio stai. Inoltre, è gratis o costa poco, ce n’è per tutti, è ottimo per l’ambiente e promuove l’equità, l’unità, la democrazia e la pace nel mondo. Ne vuoi un po’?

Questo libro parla di un piacere di questo tipo. Non si tratta di un gelato, ma piuttosto di un modo di giocare. Con i giochi cooperativi ci si diverte insieme in modo che tutti possano vincere, piuttosto che competere in modo che ci riescano solo pochi.

Sul giocare insieme


Chi dice che per vincere occorra battere qualcun altro? Ahimè, la maggior parte delle persone. La competizione e l’individualismo sono ideali di lunga data nella cultura americana. Di conseguenza, qui negli Stati Uniti come anche in molte altre culture la vittoria è concepita in termini individualistici e competitivi. Le scuole riflettono e rafforzano questo aspetto enfatizzando la competizione e l’individualismo in vari modi (Kohn, 1986). Ma non deve essere per forza così. C’è un intero genere di giochi costruito su un paradigma diverso. I giochi cooperativi ci aiutano a scoprire che giocare l’unocon l’altro può essere divertente quanto, e forse anche di più, giocare l’unocontro l’altro. Esistono giochi cooperativi per tutte le età e circostanze. Si va dai giochi in cortile ai giochi in cerchio, ai giochi di società, ai giochi da tavolo, ai giochi online e altro ancora. Nei giochi cooperativi, i giocatori cooperano invece di competere. Tutti vincono, o perdono, insieme.

Il risultato è o gioia comune o consolazione reciproca con impegno condiviso per fare meglio la prossima volta. Il gioco è uno sforzo di squadra, con tutti i giocatori che partecipano stando dalla stessa parte e perseguendo uno stesso obiettivo. Questo significa che i giocatori interagiscono come amici piuttosto che come rivali. Oltre alla non competizione, l’altra caratteristica distintiva dei giochi cooperativi è la non eliminazione. Nessun giocatore viene espulso a metà partita. Tutti continuano a partecipare fino alla fine del gioco.

È l’esatto contrario delle dinamiche di gruppo dei tradizionali giochi competitivi, che sono giochi a somma zero. Ciò significa che ogni vittoria arriva a scapito della sconfitta di qualcun altro. Sono io contro te e noi contro loro. I giochi cooperativi non sono a somma zero: sono vantaggiosi per tutti. È un completo cambio di paradigma. L’idea dei giochi cooperativi è stata avanzata per la prima volta, per quanto ho potuto accertare con la mia ricerca bibliografica, dagli educatori alla pace Ruth Cornelius e Theo Lentz, che nel loro breve manuale autopubblicato,All together: A manual of cooperative games, hanno proposto il concetto, coniato il termine, presentato giochi e discusso i loro effetti su alunni e studenti (Cornelius e Lentz, 1950). Questa pubblicazione, però, non ha mai avuto un’ampia diffusione. Negli anni Sessanta, l’idea è riemersa negli scritti di Stuart Brand e di altri rappresentanti della controcultura deiNew Games, i giochi nuovi, sviluppati allo scopo di «creare nuove regole, e con esse un nuovo modo di vivere», basati su pace, cooperazione ed empatia (Turner, 2006).

L’idea di giocare insieme, non l’uno contro l’altro, prese piede in una fascia più ampia del pubblico nel 1978, quando Terry Orlick pubblicò il suo libro fondamentaleThe cooperative sports and games book: Challenge without competition. Anche i giochi da tavolo cooperativi sono nati negli anni Settanta grazie al lavoro di Jim Deacove, che ha fondato la piccola casa produttrice di giochi Family Pastimes in Canada (comunicazione personale, 21 gennaio 2021). Tuttavia, il concetto di gioco cooperativo è rimasto relativamente oscuro per decenni. Non ha sfondato nella cultura popolare americana fino al 2010 circa. È stato allora che i giochi cooperativi, digitali e da tavolo, sono diventati famosi e acclamati nella comunità di gioco mondiale. Nonostante la prima ondata di entusiasmo tra gli educatori e la loro attuale popolarità tra i giocatori, tuttora ci si occupa poco di giochi cooperativi negli ambiti educativo e formativo e nel campo della ricerca.

In un mondo in cui i giochi e gli sport competitivi sono ancora la norma, i giochi cooperativi possono sembrare anacronistici rispetto alle realtà della scuola e della cultura. Tuttavia, di solito, chi li prova li abbraccia poi con entusiasmo. Infatti, è stato dimostrato che i bambini esposti a entrambi i tipi di gioco preferiscono la cooperazione (Kohn, 1986). Oltre a essere divertenti, i giochi cooperativi producono numerosi benefici socio-psicologici: secondo numerosi studi, insegnano l’abilità vitale della cooperazione, promuovono la gentilezza e riducono l’aggressività (Goldstein, 2002; Orlick, 1981).

Perché questo libro?


Destinatari


Questo libro presenta una sintesi completa e aggiornata del perché e del come utilizzare i giochi cooperativi nell’educazione, esponendo la logica pedagogica alla base e fornendo suggerimenti pratici agli educatori per utilizzarli in modo efficace. Si rivolge anche ai dirigenti scolast