L'Iliade e un poema epico attribuito ad Omero, composto da ventiquattro libri o canti, ognuno dei quali e indicato con una lettera dell'alfabeto greco maiuscolo, per un totale di 15.688 versi in esametri dattilici. Il titolo deriva da Ilion, l'altro nome della antica Troia, cittadina dell'Ellesponto (e da non confondersi con Ilion nell'Epiro). Opera ciclopica e complessa, e un caposaldo della letteratura greca e occidentale. Narra le vicende di un breve periodo della storia della guerra di Troia, accadute nei cinquantuno giorni dell'ultimo anno di guerra, cui l'ira di Achille e l'argomento portante del poema.
Tutti ancora dormìan per l'alta notte i guerrieri e gli Dei; ma il dolce sonno già le pupille abbandonato avea di Giove che pensoso in suo segreto divisando venìa come d'Achille, con molta strage delle vite argive, illustrar la vendetta. Alla divina mente alfin parve lo miglior consiglio invïar all'Atride Agamennóne il malefico Sogno. A sé lo chiama, e con presto parlar, Scendi, gli dice, scendi, Sogno fallace, alle veloci prore de' Greci, e nella tenda entrato d'Agamennón, quant'io t'impongo, esponi esatto ambasciator. Digli che tutte in armi ei ponga degli Achei le squadre, che dell'iliaco muro oggi è decreta su nel ciel la caduta; che discordi degli eterni d'Olimpo abitatori più non sono le menti; che di Giuno cessero tutti al supplicar; che in somma l'estremo giorno de' Troiani è giunto. Disse; ed il Sogno, il divin cenno udito, avvïossi e calossi in un baleno su l'argoliche navi. Entra d'Atride nel queto padiglione, e immerso il trova nella dolcezza di nettareo sonno. Di Nestore Nelìde il volto assume, di Nestore, cui sovra ogni altro duce Agamennóne riveriva, e in queste forme sul capo del gran re sospesa, così la diva visïon gli disse: Tu dormi, o figlio del guerriero Atrèo? Tutta dormir la notte ad uom sconviensi di supremo consiglio, a cui son tante genti commesse e tante cure. Attento dunque m'ascolta. A te vengh'io celeste nunzio di Giove, che lontano ancora su te veglia pietoso. Egli precetto ti fa di porre tutti quanti in arme prontamente gli Achei. Tempo è venuto che l'ampia Troia in tua man cada: i numi scesero tutti, intercedente Giuno, in un solo volere, e alla troiana gente sovrasta l'infortunio estremo preparato da Giove. Or tu ben figgi questo avviso nell'alma, e fa che seco non lo si porti, col partirsi, il sonno. Sparve ciò detto; e delle udite cose, di che contrario uscir dovea l'effetto, pensoso lo lasciò. Prender di Troia quel dì stesso le mura egli sperossi, né di Giove sapea, stolto! i disegni, né qual aspro pugnar, né quanta il Dio di lagrime cagione e di sospiri ai Troiani e agli Achivi apparecchiava.